Nuovo modo di fare business per i brand nell’era 2.0


Negli ultimi anni sono state introdotte delle nuove modalità per fare business, certamente più in linea ed al “passo con i tempi attuali”, vediamone gli aspetti più significativi.

Entrare in un nuovo mercato, soprattutto in quelli esteri, comporta delle difficoltà aggiuntive, visto e considerato che non si può, inevitabilmente, disporre del necessario know-how, quindi, l’aver previamente conseguito il marchio registrato non è che uno degli aspetti da dover curare con estrema attenzione.

Partecipare alle fiere di settore in ambito locale?

Questo è uno dei classici strumenti di cui le imprese beneficiavano in passato per “farsi conoscere” nel segmento di mercato d’interesse. La partecipazione alle fiere di settore, più che altro, può consentire di rendersi realmente conto di quali e quanti competitors siano già consolidati e con i quali ci si dovrà scontrare, avendo questi già consolidato la propria registrazione marchio. La vetrina in fiera consente di confrontarsi ed avere “un assaggio” delle abitudini dei buyers, anche se, inevitabilmente, potrebbe rivelarsi esperienza riduttiva per cogliere le logiche sottese del segmento di mercato.

Aprire una branch locale?

Anche questo strumento, molto adottato in passato, si adattava principalmente ai grossi brand, ossia a tutti coloro che già godevano una fama ed una reputazione internazionale, già consolidata per le numerosi e massicce campagne pubblicitarie, per l’accostamento del proprio brand alle grandi manifestazioni sportive, nelle quali il registrare marchio godeva di un palcoscenico e di una vetrina senza precedenti. Di conseguenza, l’apertura di uno store monomarca in ambito locale poteva avere ancora significato e rivelarsi una strategia commerciale praticabile nel Paese di destinazione.

E negli altri casi come conviene muoversi?

Oggi come oggi non tutte le aziende hanno la possibilità d’investire “a cuor leggero” con l’apertura di punti vendita monomarca ecc., ecco che una possibile soluzione ci viene dalle nuove tecnologie. Un esempio che sembra essere in voga negli ultimi anni, per promuovere la registrazione di un marchio, è quello delle piattaforme digitali, ossia degli e-commerce gestiti da società specializzate che consentono di potersi affacciare sul mercato locale abbattendo al massimo i costi d’investimento e godendo di un canale distributivo privilegiato.

Quali costi per poter accedere a tali piattaforme?

L’investimento nei suddetti servizi risulta certamente vantaggioso rispetto a quanto si sarebbe dovuto investire nell’ipotesi in cui si fosse deciso di cimentarsi autonomamente nel business del Paese estero d’interesse. Ovviamente, oltre al quanto costa registrare un marchio nel Paese d’interesse, bisognerà valutare attentamente la differente tipologia dei servizi offerti dalla piattaforma con i relativi costi da dover sostenere. Non possiamo ovviamente entrare nel dettaglio, visto e considerato che i diversi pacchetti di servizi potranno essere presumibilmente personalizzati.

Conclusioni

Ovviamente, accedere a queste piattaforme non significa delegare in toto tutti i possibili risvolti tecnici ed operativi della propria attività, è certamente un punto d’inizio, questo non significa che bisogna spersonalizzare il proprio business e standardizzarsi al modus operandi della piattaforma. Quest’ultima è, più che atro, un trampolino di lancio, quindi, si consiglia sempre di registrare un marchio in prima persona ed autonomamente, selezionando i propri professionisti di fiducia al di fuori di quelli, eventualmente, suggeriti dalla piattaforma. Una volta “preso confidenza” con il nuovo mercato estero, si potranno effettuare valutazioni strategiche per penetrare la meglio il segmento di mercato, rendendosi maggiormente competitivi.

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